Community come leva di cambiamento per le aziende

Community

Avrete sicuramente sentito parlare di Community, termine utilizzato in svariati ambiti per identificare, semplificando di molto, un gruppo di persone legate tra di loro da uno specifico obiettivo.

In ambito Change Management, ha un ruolo molto importante perché viene utilizza come strumento che facilita il cambiamento all’interno delle organizzazioni.

Vediamo perché.

Cos’è una Community?

Communities are groups of people who, for a specific subject, share a specialty, role, passion, interest, concern, or a set of problems. Community members deepen their understanding of the subject by interacting on an ongoing basis, asking and answering questions, sharing information, reusing good ideas, solving problems for one another, and developing new and better ways of doing things (Stan Garfield, Communities Manifesto, 2010).

Una community è quindi “un’aggregazione di persone con qualche affinità personale o professionale, caratterizzata da un interesse comune centrale che determina attività di scambio continuo tra i membri” (Fenomenologia della community, The Human Side of Digital, 2015).

Le persone tendono quindi a partecipare ad una community, per esempio, per condividere nuove idee, per essere informati su un determinato argomento, per cercare soluzione a problemi e/o condividere la propria soluzione, per collaborare con altri membri.

Ma attenzione: non è sufficiente che le persone si connettano tra di loro per renderle una community. Lo diventano quando cominciano ad interagire insieme circa un obiettivo di interesse comune.

Non possiamo nemmeno considerare community un team o un dipartimento, poiché la community non ha una divisione dei compiti o dei processi strutturati, che invece sono tipici di un team. Non è neppure network, che per sua natura è molto più fluido.

Community come acceleratore del cambiamento

Possiamo quindi considerarla come il punto d’incontro tra informale e formale, tra network e team: mantiene una dinamica conversazionale, in un rapporto tra i membri di parità relazionale, ma può essere molto focalizzata ponendo al cuore della attività un interesse comune che raccoglie degli obiettivi organizzativi.

Proprio per questa sua caratteristica, la community è una leva per “portare” l’organizzazione in una certa direzione strategica. Se pensiamo a percorsi di cambiamento all’interno di organizzazioni, per esempio come quello di Data Transformation, una “Data Community” costituisce un acceleratore nell’evoluzione verso una Data-driven Company: facilita l’accesso al patrimonio di conoscenze (best practice, storie di successo, algoritmi, expertise) e permette di attivare, sperimentare e diffondere modalità di lavoro collaborative e maggiormente efficienti.

Come si crea una Community?

Secondo Alessandro Donadio, sono 4 gli elementi strutturali della community:

  • Purpose: deve avere un perché, una reason why, che ne determina la nascita e soprattutto la sua permanenza nel tempo
  • Connessione: i membri devono connettersi tra di loro, essere in grado di relazionarsi ed interagire
  • Conversazione: per essere considerata tale, le persone devono conversare. I contenuti vengono scambiati, elaborati e sviluppati.
  • Tecnologie abilitanti: ultimo, ma non meno importante, deve avere un “luogo” in cui le persone possono connettersi, conversare, elaborare documenti ecc.

Affinché una community sia efficace, è importante che venga creata, diretta e supportata utilizzando l’acronimo TARGET:

  • Types: Identificarne la tipologia aiuta gli utenti a navigare meglio all’interno di essa
  • Activities: settare le attività aiuta a spiegare ai membri che cosa significa far parte di una community e come si debba partecipare.
  • Requirements: stabilire i requisiti per decidere se debba essere creata ed abbia successo.
  • Goals: settare gli obiettivi delle communities e monitorare l’andamento delle stesse rispetto a questi obiettivi
  • Expectations: settare le aspettative verso chi la gestisce per definire il loro ruolo e assicurare che venga alimentata
  • Tools: identificare gli strumenti a supporto della community per permettere l’interazione dei membri

Le communities sono tutte uguali?

Contrariamente a quanto si possa pensare, le communities non sono tutte uguali. Sicuramente hanno punti in comune come fenomeno di base, ma si differenziano a seconda degli obiettivi che si danno e delle dinamiche interne che vengono generate.

Possiamo identificarne di 4 tipologie:

  • Community di interesse: Si basa su un interesse comune e i contenuti sono moderatamente tecnici.
  • Community di progetto: È basata su un progetto da elaborare o da portare a termine e gli utenti si uniscono alla community principalmente per collaborare attraverso discussioni aperte, innovare attraverso il brainstorming, condividere nuove idee e suggerimenti pratici.
  • Condivisione della conoscenza: È generalmente basata sul meccanismo domanda/risposta e si accede principalmente per riutilizzare soluzioni già adottate da altri utenti.               
  • Community di pratica: È basata su una pratica condivisa ed i contenuti sono molto tecnici.

(Photo by Ehimetalor Akhere Unuabona on Unsplash)

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